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Devo dire che con la testata quasi omonima a questo blog, edita dalla Domus, ho sempre avuto un certo rapporto di amore-odio. Amore perché tratta un argomento a me caro, quello relativo al mondo delle youngtimer. Quando è uscito il primo numero, nel 2018, ho pensato "finalmente una rivista in italiano che parla di quest'argomento"; già leggevo Youngtimers in francese edito da Mag Factory, che peraltro ha preceduto il magazine italiano di circa otto anni, visto che il fenomeno si è diffuso inizialmente all'estero e nel nostro Paese siamo arrivati buoni ultimi.
Odio perché lo trovo una rivista deludente sotto vari aspetti, anche rispetto alla concorrente francese; aspetti che vedremo di seguito.
La rivista ha cadenza bimestrale, costa €3,50 ed è composta da 98 pagine; si occupa di automobili costruite dagli anni '80 ai primi 2000. Ricordiamoci che siamo in un settore border line tra le auto storiche, percepite come tali anche da chi non è appassionato, e quelle che vengono recepite semplicemente come automobili vecchie.
Il target è fondamentalmente quello di un pubblico giovane, nella fascia bassa del collezionismo di storiche. Buona parte delle vetture proposte sono alla portata di molte tasche. Il linguaggio è abbastanza fresco e diretto, adatto al pubblico a cui il magazine è indirizzato.
Il layout è quello standard delle testate di motori storiche della Domus che ben consociamo, vale a dire Quattoruote e Ruoteclassiche. Quindi all'inizio troviamo le news, poi la posta dei lettori; la parte centrale è costituita da quelle che potremmo definire le prove, che poi sono la parte principale della rivista, dove vengono presentate le varie auto. Seguono le varie rubriche, eventi di club ed il solito listino con le valutazioni; ovviamente questo, come periodo analizzato, si pone dopo quello di Ruotecalssiche e parecchio prima di quello dell'usato di Quattroruote. L'ultima pagina è intitolata "30 anni", dove viene presentata una sintesi dei fatti significativi pubblicati sui Quattroruote dell'epoca del bimestre in corso. Non è certo una novità questa rubrica, è già comparsa su Quattroruote negli anni '80, spostata in seguito su Ruoteclassiche, adesso è approdata alla nuova arrivata.
La pubblicità non è invasiva, non ho contato le pagine ma sono poche.
Gli spunti nella scelta delle automobili trattate sono anche interessanti, come per esempio certe giapponesi, le versioni spinte delle Clio, le utilitarie dopate e tanti altri.
Da appassionato che ha vissuto quell'epoca però sono articoli che non portano a nuove conoscenze, non raccontano quel qualcosa in più che mi sarei aspettato o avrei voluto trovare. Lo stralcio della prova su strada fatta da Quattroruote ai tempi è relegato ad una mera tabellina con i dati prestazionali e gli spazi di frenata; la pagella con il riassunto delle valutazioni principali rilevate all'epoca è riservata solo al match, dove vengono confrontate assieme 4 auto o di caratteristiche simili o della stessa famiglia. Non dico di riproporre in toto la ristampa della prova su strada, non avrebbe senso, ma almeno riprenderne le parti più significative evidenziandole, estendere la pagella alle altre auto testate, non sarebbe male. Un qualcosa come fatto sull'ultimo numero, relativo al trafiletto sul carico aerodinamico della BMW Z3 M, andrebbe già bene.
Negli ultimi due o tre numeri ho notato un miglioramento per quanto riguarda un tema secondo me fondamentale, vale a dire le eventuali difettosità, reperibilità ricambi e punti da controllare prima dell'acquisto del modello in oggetto. Mi piacerebbe che fosse dato maggior spazio a quest'argomento, visto che nella maggior parte dei casi si tratta di automobili ancora fruibili nell'uso quotidiano, blocchi della circolazione permettendo.
Tirando le somme di questo scritto, direi che è una rivista che può andare bene per chi si avvicina a quest'hobby e conosce poco le youngtimer. Se poi si vuole approfondire l'argomento, magari su specifiche vetture, consiglio di integrare con pubblicazioni dell'epoca, che si trovano senza difficoltà a prezzi abbastanza contenuti tra Ebay, siti vari di annunci online e mercatini più o meno specializzati.
Trovo comunque che i contenuti siano scarsini per una rivista che in teoria dovrebbe durare un bimestre, che leggo in treno nello spazio di massimo un'andata e ritorno da casa all'ufficio, e non mi viene voglia di rileggere. Siamo lontanissimi dallo standard qualitativo dei primi due anni di uscita di Ruoteclassiche, dove sono state sottoposte a prove strumentali anche vetture degli anni '30, o da Autocapital di Grandori, che forse più che seguire le mode del settore auto, a volte le inventava. Youngtimer rispecchia in toto il panorama editoriale attuale del settore motori, poco testo, tante belle foto. Forse in questo caso non sarebbe male guardare a quanto pubblicato in un passato recente, quello del periodo storico che tratta questo magazine.
Commenti
Assolutamente d'accordo con te. Per questo motivo non acquisto più da anni nessuna rivista sia auto che moto: hai detto giustamente " non aggiungono niente"
RispondiEliminaGrazie Ste, so come la pensi. Sai che riviste di auto moderne non ne compero credo da almeno 15 anni.... Quelle di storiche sono scese parecchio di qualità, secondo me a questo punto ha più senso attingere a quanto pubblicato negli anni '70 '80 '90 per quanto riguarda le Youngitmer, piuttosto che comprare ciò che si trova oggi in edicola.
EliminaInteressante descrizione della rivista che a mio parere ne riflette l’essenza ancora tutt’oggi anche se sono trascorsi due anni. Mi permetto di esprimere alcuni pareri inerenti la rivista Youngtimer in questione oltre che all’aspetto più generale sulla situazione dell’editoria automobilistica di questi ultimi anni.
RispondiEliminaYoungtimer, costola di Ruoteclassiche e Quattroruote, unica rivista bimestrale tra le due ,per me non vuole rappresentare una novità nel panorama dell’editoria ma si pone al pubblico come un approfondimento di ciò che il lettore, nella media, già è a conoscenza. Sulla storia di una Williams piuttosto che di una Uno Turbo giusto per citare due delle Youngtimer per eccellenza tra le piccole bombe, oggi chiamate hot-hatch, è già stata scritta ‘’vita,morte e miracoli’’, mi viene da dire quindi che di molte auto (sempre parlando di youngtimer) è terminato il filone che portava a nuove conoscenze e/o approfondimenti. Credo che l’approccio al tema sulle ultra ventennali da parte dell’editoriale Domus sia corretto, una pubblicazione ‘’leggera’’ che con il tempo si stà plasmando seguendo un livello qualitativo e di maturità che potrebbe tornare utile al lettore/appassionato e potenziale collezionista. Spesso nella sezione ‘’lettere al direttore’’ trovo esortazioni di lettori che auspicano la pubblicazione mensile della testata a cui l’editore risponde stando sempre su un vago ‘’chissà...magari un domani’’. Secondo il mio parere è giusto che rimanga una rivista poco impegnativa sia a livello economico che di tempo necessario alla lettura, una pubblicazione mensile comporterebbe un impegno maggiore per l’editore che sarebbe costretto a dover trovare anche qualche rubrica nuova per non rischiare di creare una rivista creata attingendo per lo più all’archivio di Quattroruote, con il conseguente rischio di farla diventare una ripubblicazione dei numeri anni ‘80/‘90 della testata madre. Credo che ogni confronto o riferimento alle pubblicazioni straniere siano inutili, l’editoria specializzata nelle riviste di auto nel nostro paese è in stato di decomposizione da moltissimi anni, sono state citate Ruoteclassiche e Autocapital (di cui possiedo la collezione completa di entrambe ) che rappresentano i capisaldi dell’editoria automoblistica del settore specie per quanto riguarda la prima decade di entrambe, pubblicazioni che a sfogliare oggi, cosa che mi capita sempre più spesso, mi danno l’idea di rappresentare più una enciclopedia piuttosto che delle riviste, il lessico utilizzato in articoli lunghi ma esaustivi mai legnòsi, impaginazioni ordinate con un apparato iconografico dettagliato di qualità e che danno l’idea dello stile e design dell’auto, sono pressochè introvabili nelle pubblicazioni odierne. Le foto di Giancarlo Reggiani su Autocapital erano sublimi, lo stesso Reggiani che provò senza successo (chissà cosa accadde…) a creare una rivista che poteva rappresentare la rinascita della fenice dalle ceneri di Autocapital ma che si spense dopo soli cinque numeri nel 1995, la rivista si chiamava Zero Cento. Ruoteclassiche, specie le prime annate sono un vero e proprio must per un appassionato di storia dell’auto dedicando anche grande spazio agli uomini e fatti storici che hanno rappresentato le radici dell’automobilismo. Concludo con un accenno ad altra rivista che per me ha fatto storia anche se relativamente recente: EVO, una rivista a cui mi sento affezionato anche per motivi anagrafici avendole acquistate tutte sempre di persona ,di cui le prime annate rappresentano a parer mio una bibbia per l’appassionato di Youngtimer. Saluto.