E' parecchio che non aggiorno il blog. La collaborazione con Quotidiano Motori ha assorbito parte del tempo, il resto ho preferito dedicarlo al praticare modellismo piuttosto che a scrivere qui, poco invogliato a dedicarmi a queste pagine per la situazione relativa al famigerato covid 19. L'aver trovato qualche giorno fa alcune foto della Pontiac Mera su uno dei gruppi facebook di auto storiche che seguo, m'ha portato a riprendere la documentazione accantonata in vista di un articolo, mai scritto, su questa macchina; direi che è arrivato il momento di vedere assieme di cosa si tratta.
La Pontiac Fiero è un coupè due posti a motore centrale e trazione posteriore commercializzato dalla General Motors a partire dal 1984; viste queste caratteristiche, per chi non conoscesse l'auto, sembrerebbe trattarsi di una vera sportiva. Il motore è in realtà un asfittico 4 cilindri 2,5 litri da 98 cv, associato ad una cambio manuale a 4 rapporti; un'unità più volta al contenimento dei consumi, retaggio della crisi energetica del 1979, che alle prestazioni. Già a partire dall'anno successivo, a crisi energetica conclusa da qualche tempo, su pressione di una clientela che vuole una maggiore cavalleria a disposizione, il 4 cilindri viene affiancato da un V6 2.8 da 140 CV con cambio manuale a 5 marce o a automatico a 3 rapporti. Anche in questo caso non ci troviamo certo di fronte ad un mostro di potenza; il tutto è poi condito da un'affidabilità aleatoria e da una componentistica interna di scarsa qualità.
L'avventura della Mera inizia nel 1985, in concomitanza con la commercializzazione del V6, quando Bob Barcey, titolare della Corporate Concepts Limited di Capac in Michigan, pensa ad un rebody della piccola coupè statunitense. La Fiero possiede l'atout di uno chassis space frame che permette una facile sostituzione di pannelli della carrozzeria lasciando invariata la struttura portante. Possibilità questa poi sfruttata anche da altri costruttori di kit cars, sia per l'elevato numero di esemplari di Fiero prodotti, oltre 318.000, che per l'economicità della vettura di partenza e la disposizione del motore.
Vari ripensamenti durante il progetto portano infine a studiare un design della carrozzeria fortemente ispirato a quello della Ferrari 308, ben nota negli Stati Uniti grazie alla serie TV Magnum P.I., con protagonista Tom Selleck. Dai primi modelli d'argilla alla commercializzazione dell'auto passano circa due anni, si arriva quindi al 1987 prima di potersi mettere al volante di una Mera.
I nuovi pannelli di carrozzeria in stile Ferrari sono realizzati in fibra di vetro. Tutto sommato l'aspetto, ad un'occhiata superficiale, può apparire convincente; in realtà le forme sono molto più tozze rispetto a quelle della 308 originale, vincolate dalle misure della scocca, che ha proporzioni ben diverse da quella Ferrari. L'interno rimane poi quello standard, decisamente triste, della Fiero di serie.
La politica commerciale della Corporate Concepts è innovativa per questo tipo di automobile, che solitamente viene fornita come kit aftermarket da montare su di una vettura esistente. La Mera è invece proposta esclusivamente come factory built, ovvero montata dal costruttore, basata su di un esemplare nuovo della Fiero e venduta attraverso una rete selezionata di concessionari Pontiac, come opzione della versione di serie. Il che va a beneficio del cliente, sia a livello di qualità costruttiva che di garanzia, ma a scapito dei costi che inevitabilmente aumentano rispetto ad una kit car. La vettura gode della garanzia ufficiale della GM di 12 mesi o 12.000 miglia, di 6 anni o 60.000 miglia per il motore e di 5 anni o 50.000 miglia per il catalizzatore. La garanzia della Corporate Concepts, fondamentalmente sulla carrozzeria in fibra di vetro e sulla verniciatura, è di 12 mesi o 12.000 miglia.
Il modello 1987 della Mera è basato sulla declinazione GT della Pontiac Fiero, l'unica con il motore V6; è dotata di freni a disco sulle quattro ruote con gli anteriori ventilati e sospensioni sportive WS6. Non si tratta certo di una macchina economica; con un listino che parte da poco meno di $25.000 per arrivare a circa $28.000, a seconda degli accessori chiesti dal cliente, attestandosi su di un costo più vicino a quello di una Corvette che a quello di una Fiero, la cui versione base della gamma veleggia attorno agli $8.000. Comunque si tratta di un'automobile molto più economica della Ferrari 308 originale. L'ipotizzata Mera col meno potente motore a 4 cilindri, dal costo di circa $18.000-20.000, non vedrà mail la luce.
Barcey prevede di realizzare 1.000 esemplari della Mera durante il suo ciclo produttivo. La gamma colori rispecchia le tinte Ferrari che vanno per la maggiore nei primissimi anni '80: rosso, giallo, bianco, nero, grigio metallizzato ed argento metallizzato. I cerchi in lega sono quelli previsti di serie sulla Pontiac Fiero GT, verniciati in tinta carrozzeria con canale diamantato.
Gli optional sono:
- Radio AM/FM con lettore cassette
- Volante regolabile in altezza
- Cruise control
- Vetri elettrici
- Automatico sui vetri elettrici
- Chiusura centralizzata
- Aria condizionata
- Tettuccio apribile o T-top, quest'ultimo è il tetto apribile tipo targa in due elementi separati da trave centrale
- Trasmissione automatica a 3 rapporti
- Sedili in pelle
- Interno completamente in pelle con tappetini in tessuto tipo felpa
Il primo anno si conclude con una produzione di 88 esemplari.
Dal 1988 la Mera è basata sulla Pontiac Fiero Formula dotata del motore V6; si tratta di una versione economica della GT, con una finitura analoga a quella delle 4 cilindri ma con freni e sospensioni sportive WS6 del modello più costoso. L'unica vera novità del 1988 sono i cerchi in lega specifici, fatti produrre dalla Cromodora in Italia che già fornisce la Ferrari, con disegno a stella a cinque punte del tutto analogo a quello delle vetture del cavallino, in particolare ai cerchi montati proprio sulle 308 e 328. Le gomme sono Good Year GT Gatorback 245-50VR15 all'anteriore e 265-50VR15 al posteriore.
Il primo giugno un comunicato della Corporate Concepts avverte la clientela che la produzione verrà fermata nel mese di agosto, evadendo solo gli ordini già presi e terminando le vetture in allestimento. Dalla data del comunicato non possono più essere ordinate nuove Mera, tantomeno sono previsti dei kit aftermarket, contrari alla politica aziendale.
Lo stop è dovuto essenzialmente a due motivi. Il primo riguarda la cessazione della produzione della Fiero da parte della Pontiac, che non crede più alla ricetta del coupè economico a due posti, causa mancanza d'interesse da parte della clientela. In realtà le vendite del 1988, pur in calo se raffrontate all'anno precedente, sono comunque superiori rispetto alle previsioni fatte dalla GM.
Il secondo motivo è una controversia legale tra Corporate Concepts Limited e Ferrari s.p.a., in cui la prima è accusata dalla seconda di plagio dei modelli 308 e 328 per il disegno della carrozzeria della Mera. Barcey in tribunale si difende dicendo che la Ferrari dovrebbe essere onorata che un costruttore si ispiri alle proprie auto; perde comunque la causa ed è costretto a sospendere la produzione.In effetti la Mera è a tutti gli effetti una replica non autorizzata delle Ferrari 308-328, che gode anche di una sorta d'aurea d'ufficialità da parte della GM, poiché viene distribuita attraverso parte della rete di vendita Pontiac.
Nel 1988 vengono costruite 159 automobili per un totale di 247 esemplari prodotti in due anni, ben lontano dall'obiettivo iniziale dei 1.000 previsti nel ciclo vitale della vettura. Di questi 150 sono stati venduti negli USA e 39 in Giappone (7 nel 1987 e 32 nel 1988), i restanti sono stati distribuiti in Europa ed altri paesi.
Tutti i kit d'ispirazione Ferrari 308-328 realizzati da altri produttori per la Pontiac Fiero sono basati sulle forme della Mera di Bob Barcey.
Un'ultima curiosità la dedico agli interni, che come ho scritto sopra rimangono quelli di serie. La P.I.S.A., che nulla ha a che fare con la città toscana della torre pendente ma è acronimo di Phoneix International Sport Automobiles, ha prodotto per la Mera un cruscotto aftermarket che riprende il design di quello della Ferrari 308. Venduto col nome di euro dash, può essere essere integrato con strumentazione VDO. Fino ad almeno una dozzina d'anni fa tale accessorio era reperibile online.
È bella come auto. A me piacciono molto le sportive di una volta
RispondiEliminaInteressante anche l'articolo, unico nel suo genere
Auto stupenda, originale ed unica nel suo genere
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