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Mercedes 190E Palber - Da Auto Capital giugno 1984 |
Il teatro della nascita di questo scritto è la borsa scambio di modellismo di Novegro dello scorso week-end, dove una persona che ben conosco mi si avvicina e mi dice: "La prossima volta che pubblichi su Facebook una macchina brutta come la Uno di Bubble Car io ti... Ma non puoi fare qualcosa su Palber?" Ribatto: "Palber? Quello che faceva i kit in radica ed interni in pelle negli anni '80?" Risponde lui: "Sì sì, quello, Paolo Berra."
Devo dire che ho trovato lo spunto interessante e stimolante, sia perché in rete e sulla carta stampata attuale si trovano informazioni quasi nulle sulla piccola azienda milanese, sia perché lo stile è diametralmente opposto a quello dei tuner della sua epoca. Agli spoiler, mascherine a quattro fari, parafanghi allargati e coniglietti che si rincorrono sui portelloni delle Golf, qui viene contrapposto un aspetto esterno dell'auto che rimane sostanzialmente immutato. Il grosso del lavoro è fatto all'interno della vettura, con largo impiego di volanti con corona in legno e materiali pregiati quali radica per i cruscotti, principe di Galles e pelle per sedili e rivestimenti interni; uno stile decisamente britannico, direi sulla falsariga delle Mini allestite negli anni '60 da Radford. Tipici di Palber, acronimo delle iniziali di nome e cognome del fondatore, sono anche alcuni gadget che iniziano a prendere piede negli anni '80, quali chiusura centralizzata, telecomando, antifurto e vetri fumé.
Gli inizi
E' proprio da una Mini che Paolo Berra, commercialista e stilista di auto milanese, parte. Siamo nell'ormai lontano 1978, quando allestisce gli interni della propria Clubman Estate secondo lo stile della Jaguar Mk II. E' poi il titolare della Achilli Motors, "grandi scelte" come recita la pubblicità del tempo, distributrice di auto di lusso al centro del jet set automobilistico milanese, a convincere Berra a trasformare quest'hobby in un'attività. Dalla Mini ad occuparsi di altre vetture, prevalentemente utilitarie e piccole sportive, il passo è breve. La clientela è quella che ruota attorno ai punti vendita di Achilli di via Bergamo e di via Ferruccio, rispettivamente in zona Porta Romana e Sempione, la grande sede di via Cassinis arriverà solo qualche anno più tardi; quindi gente facoltosa, manager e professionisti affermati, in poche parole la classe dirigente della Milano da bere degli anni '80. Personaggi che non hanno bisogno o non vogliono apparire, che cercano quel qualcosa in più a livello di comfort di bordo ed esclusività delle proprie vetture, a cui si addicono le elaborazioni introverse della Palber, che per certi aspetti ricordano la maggior parte dei palazzi nobiliari storici milanesi: una facciata austera abbinata ad interni sontuosi. Nel caso delle automobili, un salotto bene, anzi un salotto segreto, viaggiante, lussuoso ed esclusivo.
Forse proprio per seguire meglio tale tipo di clientela, in un periodo a cavallo tra il 1983 ed il 1984, Berra sposta la sede della propria azienda da via Wildt, in zona Lambrate, in Montenapo nel pieno del quadrilatero della moda, esattamente al 12 di via Montenapoleone.
Forse proprio per seguire meglio tale tipo di clientela, in un periodo a cavallo tra il 1983 ed il 1984, Berra sposta la sede della propria azienda da via Wildt, in zona Lambrate, in Montenapo nel pieno del quadrilatero della moda, esattamente al 12 di via Montenapoleone.
Panda Palber 750 o "Panda Rolls"
Forse la più nota automobile realizzata da Palber è la piccola Panda 750, che assurge agli onori della cronaca sui numeri di gennaio di Auto Capital e di aprile di Auto Tecnica, nell'anno di grazia 1983. Molto probabilmente è proprio quest'ultimo articolo, dove viene fotografata accanto ad una Silver Shadow amaranto, che fa guadagnare all'utilitaria torinese in salsa milanese il soprannome di "Panda Rolls".
Proprio dalla casa di Crewe sono presi sia il disegno dei sedili, separati da un bracciolo centrale e realizzati dal tappezziere Lanzoni di Milano, che del cruscotto, completato con contagiri e con doppio impianto stereo. Da Rolls Royce sono anche i materiali utilizzati e le finiture, con selleria in pelle Connoly grigia cucita a mano, ripresa anche nei rivestimenti superiore ed inferiore della plancia, la cui fascia centrale è in radica come gli inserti delle portiere. La moquette è bianco ghiaccio mentre il rivestimento del cielo del tetto è in panno Lancia. Il volante è della Momo con corona in pelle. La dotazione è completata da antifurto con dispositivo antisequestro, non dimentichiamoci che si sta iniziando ad uscire proprio in quel periodo dagli anni di piombo, e vetri elettrici, i cui comandi sono sul cruscotto.
L'esterno della Panda by Palber è sobrio e sostanzialmente di serie, con vetri fumè carrozzeria verniciata in canna di fucile metallizzato, cerchi in lega con disegno simil BBS, pneumatici ribassati e calandra specifica a listelli verticali che incorpora due fari supplementari.
A tanto lusso interno troviamo sull'altro piatto della bilancia il bicilindrico della Panda base, che più base non si può, la 30; qui rivisto dal preparatore Giannini, con potenza di 42 cv per una velocità di punta di circa 130 orari. A distanza di ormai quattro decenni non ho ancora capito perché sia stato scelta la Panda 30, che pur preparata Giannini rimane sempre una bicilindrica, invece che una 45 col suo bel 4 cilindri da 903 cc, decisamente più performante.
Il costo della sola elaborazione Palber è di Lit 10.000.000 + IVA, all'epoca 4 punti meno di quella odierna, a cui va aggiunto l'acquisto di una Panda 30 nuova, vale a dire altri Lit 5.608.000 o, se preferite, di una Giannini Panda 30 GT, quotata lit 6.530.000. Siamo quindi nell'ordine di poco meno di 19 milioni di lire per la vettura completa, quando un'Alfetta Quadrifoglio costa Lit 19.068.000, o rimanendo in casa Fiat, un'Argenta 2.0 IE, controversa ammiraglia di quegli anni, è quotata Lit 15.624.000.
Fiat Panda Palber 750 - Da http://cinquino.free.fr/ |
Auto Tecnica n. 4 1983 |
Novacar ed il primo CD in auto
Nel novembre 1983 Palber, in collaborazione con Novacar e con partner tecnico Philips, presenta il primo CD montato su un' automobile. La vettura scelta come cavia del test è un'allora nuovissima Alfa 33 color argento.
Il lettore CD con cassetto estraibile è collocato sotto il cruscotto lato passeggero, mentre i comandi sono collocati al centro della plancia, non lontano dal volante. Abituati ai moderni lettori CD notiamo subito come questo primordiale impianto sia di dimensioni piuttosto generose, anche se il comunicato stampa dell'epoca tiene a precisare che "non distruba guidatore e passeggero"
L'amplificatore è montato nel bagagliaio, mentre casse, cablaggi ed altre componenti sono collocate in varie parti della vettura.
Impianto CD montato sotto al cruscotto dell'Alfa 33 - da http://novaticar.it/ |
Mercedes 190E Palber
Sicuramente meno nota della Panda 750 è la Mercedes 190E pubblicata da Auto Capital nell'estate del 1984. Si tratta di una vettura di colore nero al cui esterno sono stati montati i famigerati codolini cromati ai parafanghi, che visti oggi rievocano ricordi anni '90 di certe W123 iper sfruttate con roulotte al seguito. Sotto a questo discutibile accessorio trovano posto dei bei cerchi in lega.
L'interno è allestito secondo la classica ricetta Palber, con rivestimento di sedili e pannelli porta in pelle nera realizzato da Lanzoni, quando Mercedes non offre ancora tale accessorio nella lista degli optional ufficiali della 190; a completare il tutto troviamo il classico bracciolo tra i sedili anteriori, gli inserti in radica su cruscotto, consolle centrale e portiere, oltre ad un curioso set di bicchierini in argento collocati nel portaoggetti. Il volante è un Moto-Lita a quattro razze con corona in legno, che forse come stile e design troverebbe una più giusta collocazione nell'abitacolo di una sportiva anni '30, che non in una berlina anni '80.
I costi sono di Lit 2.000.000 per il kit in radica completo, che comprende: rivestimento del cruscotto, dei profili delle quattro porte, della consolle del cambio e relativo pomello. Alla metà di tale somma viene proposto il rivestimento in zebrano del solo cruscotto ed il pomello del cambio.
Gli interni in pelle sono quotati dai due a i tre milioni di lire, in base al tipo di pellame scelto dal cliente.
Interni della Mercedes 190E Palber - da Auto Capital giugno 1984 |
I bicchierini in argento all'interno del portaoggetti - da Auto Capital giugno 1984 |
Le ultime realizzazioni
Palber lascia le ultime tracce sulla stampa specializzata nel 1986, anno in cui termina la propria attività. Auto Capital in giugno pubblica delle foto degli interni della VW Golf 2, con selleria in pelle nera o crema, inserto in radica per il volante di serie o in alternativa il classico Nardi con corona in legno, qui in versione con le razze placcate oro!
Singolare una specie di comparto bar, con bicchierini simili a quelli già visti sulla 190E, che trova posto nel bracciolo ricavato nello schienale del sedile posteriore. Non vengono pubblicati i costi di queste trasformazioni.
Starter sul numero 25 del 1986 manda in stampa un articolo di tre pagine dedicato ad una Y10 allestita sempre secondo la filosofia del preparatore lombardo.
Dopo queste due vetture la carta stampata non riporta altre notizie su Palber. Evidentemente le ampie possibilità di personalizzazione, che offrono le ormai interminabili liste di optional delle case automobilistiche, portano alla chiusura del piccola azienda milanese.
Interno per la VW Golf 2, si nota il volante Nardi con razze placcate oro - Da Autocapital giugno 1986 |
Interno per la VW Golf 2, in evidenza il vano bar inserito all'interno del bracciolo del divano posteriore - Da Autocapital giugno 1986 |
Riferimenti:
- Auto Tecnica 4/1983 "Così piccola così preziosa"
- Auto Capital n. 1 gennaio/febbraio 1983 "Strapanda"
- Auto Capital n.6 giugno 1984 "Lisce, gasate, sempre più belle"
- Auto Capital n. 6 Giugno 1986 "Golf ma di cachemire"
- Starter n.25 1986
- Ruoteclassiche dicembre 2002 "Follie anni '80 della Milano da Bere"
Commenti
Non conoscevo questa piccola azienda milanese: sarebbe interessante anche sapere, e qui penso sia estremamente difficile, quanti modelli furono venduti. Bell'articolo come sempre
RispondiEliminaChairman fine ha fatto adesso Paolo Berra???
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