Doppia Z dal Giappone a Milano Autoclassica 2019

Tra i padiglioni di Autoclassica, ben lontano da marchi blasonati, che portano insegne di cavallini vari, ed hypercar con apertura delle portiere più o meno ad ali di coleottero, mi sono imbattuto in un paio di vetture poco comuni dalle nostre parti. Sono anche diametralmente all'opposto come concetto di automobile. La prima è un coupé di cilindrata  medio alta, almeno per il popolo automobilistico italico che si è sempre dovuto barcamenare con un fisco capestro nei confronti di cavalleria e cilindrata; la seconda è una macchinina piccola piccola, di aspetto simpatico e quasi sportiveggiante nonostante la cilindrata ridotta. Entrambe sono accomunate dalla provenienza: il Giappone. E' curioso il fatto che sono state importate sul suolo italiano da nuove nei primissimi anni '70, un'epoca che vede i marchi nipponici quasi sconosciuti da noi e fortemente contingentati come numero di esemplari ammessi alla vendita. Quasi assurdo se lo si vede con gli occhi di oggi, dove le firme giapponesi sono ben diffuse e radicate nella nostra cultura automobilistica. 
Entrambe queste auto portano una Z nel proprio nome; direi che è il momento di presentarvele, ecco a voi  Datsun 240Z ed Honda Z600   

Datsun 240Z


Devo dire che quest'auto mi è sempre stata ben nota e mi è sempre piaciuta, poiché da piccolo giocavo sia con i modellini in 1/43 della Polistil che quella della Burago in scala 1/24. Certo, da noi era più facile trovare la riproduzione sullo scaffale di una cartoleria che vederla per strada, anche se qualcuna sul piccolo schermo la si incontrava ogni tanto, in film e telefilm di produzione USA, dove ha avuto una buon riscontro di vendite.
Stavolta non voglio entrare nel merito di particolari specifiche tecniche, costi ed allestimenti. Mi piacerebbe sapere cosa spinse nel 1973 un nostro connazionale ad acquistare una Datsun 240Z rossa, invece che magari una ben più nota Porsche 911. Forse il quinto posto al rally Montecarlo del 1972 con la coppia Aaltalonen-Todt; forse l' aspetto esotico della vettura che richiama stilemi di Ferrari e Jaguar E, o la quinta marcia specifica della versione europea. Purtroppo non lo sapremo mai.
     



Honda Z600


Prima di ieri, il mio ultimo incontro con questa macchinina risale ad Autoclassica del 2017, dove viene proposto in vendita un esemplare giallo limone con banda laterale adesiva nera e targa di Roma. Ogni volta che me ne trovo una di fronte mi stupisco di quanto sia piccola e strana, con i suoi circa m 3,10 di lunghezza ed il suo portellone che sembra lo schermo dell'Algol della Brionvega, appiccicato lì, sul posteriore. La vetturetta giapponese ha anche altri punti di contatto con il celebre televisore disegnato da Zanuso e Sapper nel 1965: le dimensioni ridotte ed i colori brillanti della carrozzeria.   
Anche in questo caso di troviamo di fronte ad un'auto da noi nota più grazie ai modellini della Polistil, chissà poi perché pensarono di produrla, in scala 1/43 ed 1/25, che non all'effettiva presenza sulle strade. L'esemplare esposto quest'anno sfoggia delle targhe di Milano del 1972.
La mia speranza è che queste due automobili di nicchia, che hanno vissuto quasi 50 anni in Italia, cambiando di mano trovino appassionati italici e non prendono la via di qualche paese straniero.  




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