Opel GT, baby Corvette all'europea

Particolare del frontale con i fari aperti della Opel GT di serie - Foto Matteo Galli

A metà anni ’60 il mercato dell’automobile è abbastanza dinamico; i modelli dal look sportivo, più nell'aspetto che nella meccanica, che nella maggior parte dei casi è condivisa con le berline di serie, godono di ottimo successo. Da un lato troviamo quindi i costruttori, che grazie alle componenti meccaniche, motori in particolare, di grande serie riescono a contenere il prezzo d’acquisto; dall'altro abbiamo gli acquirenti, più interessati all'aspetto accattivante delle carrozzerie ed ai costi di gestione ridotti che alle prestazioni. In questo contesto nasce in Europa una nutrita schiera di coupé e spider di piccola e media cilindrata, quali per esempio le varie declinazioni sportive delle Fiat 850 e 124, dell’Alfa romeo Giulia, della Lancia Fulvia e via di seguito.

La Experimental GT del 1965

La Experimental GT del 1965

Lo scenario di fine anni ’60 vede contrapporsi sul mercato dei coupé di media cilindrata le filiali europee di due grandi Case automobilistiche americane, rivali da sempre sia nel Vecchio come nel Nuovo Continente: Ford e General Motors, quest’ultima rappresentata dal marchio Opel. La prima, nelle sue diramazioni tedesca ed inglese, ha allo studio un modello sportivo dalla fine degli anni ’50; si concretizza poi nel 1969 con la commercializzazione della Capri, una rivisitazione in chiave europea della statunitense Mustang venduta da metà anni ’60. Opel propone al salone di Francoforte del 1965 la “Experimental GT”, un prototipo a due posti che tre anni più tardi porta alla nascita della GT, prima di una lunga stirpe di coupé e spider concepite sotto il marchio del “Blitz”. La ricetta della “Experimental GT” è semplice: base meccanica, sospensioni e freni sono quelli della Opel Kadett B, all’epoca “best seller” della Firma tedesca. Il motore è invece il quattro cilindri con un albero a camme in testa da 1.897 cc della Rekord in versione potenziata, che sviluppa la non esaltante potenza massima di 90 cv. Particolarmente accattivante il design della carrozzeria, dovuto alla matita di Clare McKigan, noto designer dell’epoca che ha avuto come maestro un mostro sacro quale Bill Mitchell, quest’ultimo rimasto a capo del centro stile della GM fino al 1977. Se la Capri si rifà alla Mustang, la GT, ovviamente, nella propria linea riprende stilemi tipici della sportiva per eccellenza della GM, la Chevrolet Corvette. Quattroruote nel 1965 in  proposito scrive "La Opel Gran Turismo Coupè ha molti punti di contatto con alcuni dream cars Corvette." Il nuovo modello Opel è quindi piacevole ed aggressivo; il frontale è caratterizzato da un cofano molto lungo e spiovente, le portiere sono ampie e la coda tronca è dotata di quattro luci circolari.

La coda in stile Corvette della Opel GT - Foto Matteo Galli

Al momento della commercializzazione, sempre il mensile della Domus sul numero di ottobre 1968 riporta: “Ci sono voluti tre anni perché la Opel passasse alla produzione in serie del suo prototipo di coupé sportivo apparso al Salone di Francoforte del 1965. Un tempo necessario perché i programmi della casa tedesca si orientassero verso un tipo di vettura tanto lontana dalle tradizioni costruttive della Opel, che si è sempre dedicata alle comode berline da turismo, o comunque a coupé, del tipo sportivo, da esse strettamente derivate”. La meccanica della GT di serie ricalca fedelmente quella del prototipo, quindi non è certo d’impostazione "racing". La trazione è posteriore e la sospensione dietro ha il ponte rigido; al motore da 1.897 cc della Rekord si affianca il 1.078 cc da 60 cv della Kadett, variante di scarso successo e mai importata in Italia. La velocità massima dichiarata è di 155 km/h per la 1.1 e di 185 km/h per la 1.9. Poche le modifiche estetiche rispetto a quanto visto a Francoforte tre anni prima; i fari a scomparsa non si ribaltano più in avanti ma ruotano sull’asse orizzontale. Cambia poi l’inclinazione del lunotto, mentre il doppio terminale di scarico centrale viene sostituito da due terminali più sottili e più distanziati, che sono grossomodo allineati con la mezzaria dei gruppi ottici posteriori. Le carrozzerie, curiosamente, sono costruite in Francia dalla Chausson e Brissoneau&Lotz; vengono poi trasportate in Germania presso gli stabilimenti Opel di Bochum per il montaggio della parte meccanica e la finitura finale.

Opel GT di serie

E’ ancora una volta il periodico motoristico milanese, nella prova su strada pubblicata nel maggio 1970, a fornirci ulteriori indicazioni sulla GT. Oggetto del test sono due esemplari, uno dotato di cambio manuale a quattro marce e l’altro di trasmissione automatica a tre rapporti. La linea piace, soprattutto la fiancata, mentre vengono criticati la lunghezza del cofano motore rispetto alla proporzione della coda ed il rapporto tra lunghezza e larghezza, che fa apparire l’auto più stretta di quanto sembri. La strumentazione è giudicata completa, dotata di contagiri, tachimetro, amperometro con manometro dell’olio, termometro dell’acqua ed indicatore del livello della benzina. Buono, anche se non molto resistente alla fatica, soprattutto sull'automatica, l’impianto frenante di tipo misto dotato di servofreno, con dischi all'avantreno e tamburi al retrotreno. Complessivamente buona anche la tenuta di strada “Difficile farla partire di coda su terreno asciutto e liscio mentre tende a farlo sul bagnato e su fondi sconnessi oppure se troppo tirata di sterzo in curva”. Semplici ma buone le finiture interne. L’unico vero neo riscontrato è l’assenza di un vero e proprio bagagliaio, limitato ad un ripiano dietro ai sedili accessibile solo ribaltando gli stessi; viene liquidato come “insufficiente e anche scomodo”. La misura delle gomme, rapportata agli standard odierni, non è certo da sportiva: 165 HR 13. 
Il costo della Opel GT in Italia è di Lit. 2.145.000. Gli optional sono: 
  • cambio automatico Lit. 171.000
  • differenziale autobloccante Lit. 37.500
  • vernice metallizzata Lit. 22.000
Nel 1971, dopo solo circa 3.000 esemplari prodotti, esce di scena la variante di cilindrata ridotta, sostituita dall’allestimento GT/J sulla base della GT 1.9. Sulla GT/J le finiture cromate lasciano spazio a quelle in nero opaco; nere anche le fasce adesive sulle fiancate e gli interni, il cui allestimento è semplificato. La meccanica rimane invariata. "La Opel GT/J, cioè per i giovani, si può avere nei colori rosso fuoco, giallo limone, ocra o blu Le Mans". 

Degna di nota anche l’attività agonistica della GT 1.9. Indimenticabili le gr.2 preparate dal “mago” Virgilio Conrero e dotate di circa 170 cv. Significativi il primo posto di classe, in gruppo 4, ed il nono assoluto conquistati da Salvatore Calascibetta alla Targa Forio del 1971. Sulla base della coupé Opel, trasformata in “barchetta”, viene allestita persino una vettura da record dotata del quattro cilindri diesel di 2.068 cc da 70 kw e per 197 km/h di velocità massima, che nel corso del 1972 conquista ben 18 primati internazionali per veicoli a gasolio.

Nel 1973, dopo solo cinque anni, viene sospesa la produzione della Opel GT. Gli esemplari costruiti sono circa 103.000, 70.000 dei quali esportati negli Stati Uniti e venduti dalla rete commerciale Buick. Un ottimo risultato per un modello di nicchia, che ha comunque lasciato un’eredità importante nel DNA dei successivi modelli sportivi della Casa tedesca.

Riferimenti:
  • Quattroruote, "Un prototipo Opel", ottobre 1965,  Editoriale Domus
  • Quattroruote, "In serie la Opel Coupé GT", ottobre 1968, Editoriale Domus
  • Quattroruote, "Prove su strada: Opel GT 1900 e GT Automatica" maggio 1970, Editoriale Domus
  • Quattroruote, "GT/J 1900: La Opel per i giovani." aprile 1971, Editoriale Domus

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