Gemelle diverse, le Fiat 131 2.0 Panorama per Autocapital e Quattroruote

Quattroruote aprile 1983, Autocapital 2/1982. Due proposte per la Fiat 131 2.0 Panorama

L’inizio degli anni ’80 vede il ruolo di quella allora definita ancora giardinetta affrancarsi da mezzo da lavoro, per diventare status symbol a tutti gli effetti, ben equipaggiata a livello di accessori, dall’elevata capacità di carico e dotata di prestazioni esuberanti; nasce quindi il concetto di station wagon come lo intendiamo oggi. 

Due delle testate più in voga tra le riviste di motorismo italiano, Autocapital e Quattroruote, tra il 1982 ed il 1983 propongono le loro interpretazioni di questo nuovo concetto di automobile; entrambe scelgono come base per la loro elaborazione la Fiat 131 Panorama con la motorizzazione di punta, vale a dire il 1.995 cc a benzina da 113 CV per 175 km/h di velocità massima. Entrambe sono un’interpretazione sportivo elegante della 131, cambiano faccia con un “maquillage” al frontale, sono dotate di cerchi in lega, portapacchi fisso sul tetto e sono equipaggiate con il climatizzatore. Più soft e forse meno conosciuta l’elaborazione di Autocapital, più radicale quella fatta da Quattroruote. Entrambe per certi versi anticipano accessori e dotazioni di quella che sarà la Maratea, allestimento top di gamma della 131 Panorama proposto direttamente da Fiat al termine della vita commerciale della media di Mirafiori 

Fiat 131 Autocapital

La trasformazione operata dal magazine del Corriere della Sera è volta a rendere più appetibile la 131 Panorama, presentata nel 1981, che sta riscuotendo un buon successo di vendite. Sul numero 2 del 1982, in un articolo dal titolo “Tutt’altro che grigia”, viene presentato il risultato di tale lavoro, basato su un esemplare color argento; sulla rivista si legge: “… è destino delle auto di successo, nel giro di poco tempo, il venire modificate dai proprietari in modo da renderle ancora più personali e invidiabili; neanche la 131 familiare è sfuggita a questa sorte, anzi ci si è adattata benissimo. Qualche accessorio, poche modifiche alla carrozzeria, un abbinamento diverso tra esterni e interni e il gioco è fatto.” 

Esterno
La calandra di serie a proiettori rettangolari viene sostituita da quella più sportiva della Racing a 2 porte, qui verniciata in tinta carrozzeria. Oltre all’estetica ne guadagna la visibilità, poiché la vettura è dotata di quattro fari circolari allo jodio. Sul tetto viene montato un portapacchi in metallo cromato mutato da quello della Volvo 245. I bei cerchi in lega Cromodora CD 103 dotati di pneumatici Pirelli P6 prendono il posto di quelli di serie. Tale scelta è dovuta sia al migliorare la guidabilità dell’auto, che con il 2.000 cc ha una certa tendenza a scondinzolare, permettendo il montaggio di gomme a taglia bassa, sia estetica. “Perché tra i tanti cerchioni in commercio sono stati scelti i Cromodora? Qualità tecniche a parte, il loro disegno è quello che più si intona allo spirito di questa trasformazione; ricalca infatti quello della ammiraglie Fiat del passato (….). Sono gli stessi cerchioni che Enzo Ferrari, Luca di Montezemolo, Niki Lauda e Clay Regazzoni montavano sulle loro 131 (….) ai tempi d’oro dei gran premi: un vezzo da numeri uno.” 

Interno
I sedili sono ricoperti con foderine in lino bianco panna, parecchio soggette a sporcarsi e quindi facili da togliere per essere lavate o se la vettura viene “impiegata per servizi di fatica”. La scelta del colore è basata sul contrasto con la tinta della carrozzeria. La dotazione comprende anche una lampada di lettura, collocata all’anteriore lato passeggero, un impianto Hi-Fi Autovox Kanguro dotato di lettore per musicassette ed il condizionatore d’aria Borletti. Quest’ultimo è ritenuto indispensabile “su una macchina dalle grandi superfici vetrate, destinata ai grandi viaggi di lavoro e di vacanza…” “… aumenta la sicurezza (chi guida è più riposato) ed elimina i rumori dei finestrini lasciati aperti.” Il redattore tra l’altro non si spiega perché sulla Panorama tale accessorio non sia disponibile a richiesta, mentre sulla corrispondente versione berlina sia invece nella lista degli optional. Vengono inoltre fornite alcune indicazioni per chi volesse personalizzare ulteriormente la propria vettura, come verniciatura bicolore, per esempio con tetto blu scuro, o meccaniche, come il kit per il motore della 131 Racing pensato per i Fiat Day. 

Costi
  • Condizionatore d’aria Veglia Borletti Lit. 1.014.000 
  • Portapacchi Volvo Lit. 230.000 
  • Foderine in lino Lit. 85.000 
  • 5 Ruote in lega Cromodora CD103 (6J 14H2) Lit. 753.250 
  • Mascherina 131 Racing completa di proiettori Lit. 230.000 
  • 5 Pnuematici Pirelli P6 185/60 14 Lit. 625.000 
  • Lampada di lettura Lit. 20.000 
  • Autoradio Autovox Kanguro Lit. 266.270 
In totale le modifiche costano Lit. 3.233.520, che vanno aggiunti al prezzo di listino della vettura nuova, che è di Lit. 11.723.000 IVA compresa. 

In alto Autcapital 2/1982; in basso Qauttroruote aprile 1983

Fiat 131 Quattroruote

Poco più di un anno dopo dalla proposta della rivista concorrente, sul numero di aprile 1983 di Quattroruote, viene presentata la 131 Panorama dell’editoriale Domus. Si tratta di un esemplare color oro realizzato presso la I.DE.A di Torino sotto la supervisione del designer Rodolfo Bonetto. Nell’articolo dal titolo “Proposte seducenti” si legge: “Abbiamo scelto la 131 Panorama perché è la più convincente e la più americana delle familiari italiane...” “Vi presentiamo quindi, nelle pagine che seguono, una serie di proposte seducenti: ognuno può prendere quanto gli piace e quanto gli basta.”

Esterno
Pochissime le modifiche al corpo vettura, che interessano minimamente i lamierati, che rimangono quelli della vettura di serie. Il lifting al frontale prevede l’adozione di una nuova calandra con quattro fari rettangolari forniti dalla Carello, che ha il compito di snellire e svecchiare la faccia della vettura. Una coppia di proiettori ha la funzione abbagliante-anabbagliante, mentre l’altra è solo di profondità. Al centro della calandra troviamo l’allora nuovo family feeling della Fiat, con le cinque barrette cromate inclinate. La griglia di sfogo dell’aria sul montate posteriore è coperta da una mostrina in plastica in tinta con la carrozzeria. L’intervento più invadente è operato sul parafango posteriore sinistro, dove il tappo del carburante a vista è celato dietro uno sportello metallico, sempre in tinta. Il gioco cromatico della vettura è basato su varie gradazioni della tonalità del marrone, partendo da un oro pallido della carrozzeria, per arrivare ad un marrone più cupo per paraurti e fascioni in plastica alla base delle fiancate. L’allestimento esterno è completato dai cerchi in lega della Lancia Prisma, leggermente modificati, dagli specchi elettrici Vitaloni a comando elettrico con calottine in tinta vettura e dal portapacchi cromato realizzato dalla Fapa. 

Interno
L’aspetto forse più interessante della trasformazione è la strumentazione digitale di tipo sperimentale fornita dalla Veglia Borletti con check-control tipo Fiat Argenta, che funge da prototipo per un’eventuale produzione di serie. La “strumentazione a led di tecnologia avanzatissima, ma a indicazione analogica e non digitale (ci interessava sperimentare l’impiego di componenti moderne su una visualizzazione di tipo tradizionale)”, direi che anticipa di qualche decennio i tempi attuali, che vedono appunto applicata l’elettronica su strumentazioni di aspetto tradizionale. Per l’impianto stereo si sceglie un deck di qualità, un Autovox Challanger, dotato di sei altoparlanti e quattro tweeter. L’elettronica di bordo prevede inoltre il condizionatore d’aria, sempre fornito dalla Veglia Borletti, i quattro vetri elettrici, i cui comandi sono assieme a quelli degli specchietti retrovisori ed ai jack delle cuffie sulla consolle centrale vicino al cambio, dai sedili anteriori a regolazione elettrica e dal telecomando della Gemini per la chiusura centralizzata delle portiere. L’interno è completamente rivestito in pelle marrone della Poltrona Frau, compresi plancia e pannelli delle porte, abbinati a tappetini e moquette beige. Unica nota di colore dell'abitacolo, o meglio di tutta l'automobile, sono le cinture di sicurezza rosse. Come sulla 131 allestita da Autocapital troviamo una luce di lettura, anzi in questo caso gli spot sono due, sul cielo nella parte anteriore dell’abitacolo. Il vano bagagli è arredato con due mobiletti laterali, sempre marroni, dotati di scomparti per riporre oggetti come l’estintore o la borsa del pronto soccorso, che sfruttano lo spazio interno sopra i passaruota. Ignoti i costi di trasformazione di questa 131, che molto probabilmente si è avvalsa della collaborazione dei partner tecnici che hanno fornito le componenti per le modifiche.

Riferimenti: 
  • Autocapital, "Tutt'altro che grigia", n° 2 marzo aprile 1982, Editoriale del Corriere della Sera
  • Quattroruote,  “Proposte seducenti”, aprile 1983, Editoriale Domus

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