Opel Kadett C GT/E, piacere di guida primordiale

Opel Kadett C GT/E 1.9
L’inizio degli anni ’70 è segnato dalla piena evoluzione del segmento delle compatte, che in buon numero passano dalla classica disposizione meccanica con motore anteriore longitudinale e trazione posteriore, al più moderno schema “tutto avanti”, comunemente diffuso ancora oggi, che vuole il motore trasversale abbinato alla trazione anteriore.

Automobili come la Fiat 128 e l’Alfasud aprono quindi la strada verso questa “piccola rivoluzione”. Le uniche due rimaste fedeli al classico schema meccanico sono la Ford Escort MK II e la Opel Kadett C, prodotte dalle filiali europee delle rispettive Firme di Detroit. In un'epoca in cui è ancora fondamentale il controllo del "derapage"  queste due vetture, dall’impostazione ormai superata anche per il loro tempo, trovano modo di sfidarsi sugli asfalti e gli sterrati delle speciali dei rally. La Kadett si presenta come una vera e propria “world car”, commercializzata in svariati continenti non solo come Opel ma anche con i marchi Isuzu, Chevrolet e Vauxhall; proposta in varianti di carrozzeria che spaziano dalla classica berlina tre volumi a 2 e 4 porte alla station wagon, dalla due volumi 3 porte City base di gamma alla poco diffusa cabriolet Aero, passando per la coupé.

Motore Opel Kadett C GT/E 1.9
Sulla base di quest’ultima al salone di Francoforte di settembre 1975 viene proposta la declinazione sportiva GT/E, che monta il vecchio 1.900 CC della Kadett B Rallye, qui aggiornato con un’iniezione indiretta Bosch L-Jetronic come sulla contemporanea Manta GT/E. Sul significato della sigla “GT” non ci sono dubbi, mentre la “E” finale è l’acronimo del tedesco Einspritz, vale a dire iniezione. In rapporto alla cilindrata la cavalleria a disposizione non è molta, anche per l’automobilista del 1975: 105 gli equini all’appello, o se preferite 77 Kw, con una potenza massima sviluppata a 5.400 giri. Per confronto le coetanee Volkswagen Golf GTI e Renault 5 Alpine possono contare rispettivamente su un 1.600 cc da 110 cv ed un 1.400 cc da 93 cv, oltre ad essere delle moderne compatte due volumi a trazione anteriore. La velocità di punta della GT/E è di 184 km/h. Di serie il cambio manuale a 4 marce, come da tradizione negli anni ’70 per i fabbricanti tedeschi; optional la trasmissione a 5 rapporti ZF invertita, con prima in basso a sinistra, ed il differenziale autobloccante. Le sospensioni, anche se rinforzate, seguono lo schema Opel comunemente usato all’epoca. All’avantreno troviamo doppi triangoli oscillanti con barra antirollio trasversale, al retrotreno il ponte rigido con bracci trasversali, barra Panhard trasversale e barra antirollio. Invece che coassiali alle molle, gli ammortizzatori sono montati sui bracci superiori, in modo da permettere ai clienti sportivi di poter adottare molloni di maggior diametro. Gli pneumatici sono dei 175 HR 13, montati sui cerchi sportivi dal design a “petalo” usati anche su altri modelli della Casa di Rüsselsheim; i cerchi in lega sono a richiesta.
Interno Opel Kadett C GT/E 1.9

Il corpo vettura è quello del coupé da famiglia in voga negli anni ‘70, con 4-5 veri posti ed ampio bagagliaio, in questo caso ben più capiente della berlina da cui deriva; vantaggio non trascurabile, vista la possibilità di stivare ricambi e gomme per le prove rallistiche. La livrea, peraltro vistosa, riprende quella delle contemporanee Opel ufficiali da rally: nera la parte bassa della carrozzeria fino alla linea di cintura, gialla la parte alta. Neri sono anche i paraurti, gli sfoghi dell’aria sui montanti posteriori e le cornici di tutti i finestrini; unico elemento cromato lo specchietto esterno. La scritta “GT/E” è riportata sui parafanghi anteriori vicino alle portiere e sul lato destro del coperchio del bagagliaio. Gli esemplari destinati al mercato tedesco si distinguono per la scritta “Kadett”adesiva sul cofano motore collocata lato guida. L’interno è di chiara impronta sportiva, con volante a tre razze di diametro ridotto, contagiri e buona parte dei rivestimenti in materiale antiriflesso nero; unica concessione al colore la fascia centrale dei sedili in tessuto quadrettato. Optional gli interni Recaro. 

La Kadett C GT/E debutta sul mercato italiano a dicembre 1975, il costo è di Lit. 4.154.000. Quattroruote pubblica un’impressione di guida, non corredata dei consueti rilievi strumentali riservati alle più complete prove su strada, sul numero di gennaio 1976. “La nuova Kadett GT/E, pur essendo una vettura per tutti i giorni, è stata progettata e costruita pensando anche all’impiego sportivo. Su di essa la Opel e la GM Italia contano molto per rinnovare i successi ottenuti negli anni scorsi con le Ascona e con le Commodore”
Opel Kadett C GT/E 2.0
Vediamo brevemente come i tester dell’editoriale Domus ne giudicarono all’epoca il comportamento stradale. “Accelerazione e ripresa, in questo primo contatto ci sono sembrate molto buone” “L’impianto frenate di tipo misto sembra assolvere molto bene i suoi compiti: nella nostra prova, purtroppo molto breve, i freni hanno risposto sempre con prontezza ed efficacia” “L’insieme di tutte queste caratteristiche rende la guida della GT/E sicura e soprattutto molto divertente; per un pilota esperto guidarla diventa quasi un gioco. Il comportamento in curva è decisamente sovrasterzante, tendenza questa esaltata sugli sterrati: basta comunque controsterzare per ottenere un riallineamento molto rapido della vettura , senza che vi siano le solite scodate. Nelle curve strette affrontate con decisione la GT/E è leggermente sottosterzante: si può ovviare a ciò con una manovra ben nota ai rallisti (che però è sconsigliabile ai piloti normali): si fa sbandare la vettura dalla parte opposta della curva poi si controsterza immediatamente puntando verso l’interno tenendo sempre l’acceleratore a tavoletta.”

Opel Kadett C GT/E 2.0
La Kadett GT/E esce di scena nel 1977 dopo 8.660 esemplari costruiti, la maggior parte dei quali destinati all’attività agonistica. Visto il buon successo di questa declinazione sportiva ad autunno 1977 debutta la GT/E 2, sviluppata sul restyling della Kadett C coupé. Varia il frontale, con indicatori di direzioni spostati accanto ai fari anteriori e non più al di sotto del paraurti; la mascherina è di dimensioni più ampie e di disegno diverso. La livrea passa al giallo e bianco con il colore più scuro sempre relegato alla parte bassa della carrozzeria fino alla linea di cintura. Vengono adottati due spoiler in materiale plastico nero, uno all’anteriore sotto al paraurti ed uno posteriore all’estremo del coperchio del bagagliaio. I cerchi in lega, i sedili Recaro e la trasmissione a 5 rapporti diventano di serie. La modifica sostanziale riguarda però il motore, che diventa un 2.000 cc da 115 cv per una velocità di punta di circa 190 km/h. La GT/E 2 sul mercato italiano costa Lit. 7.127.000. La sua produzione viene sospesa nel corso del 1979 dopo 2.234; in quell’anno la gamma della Kadett C a trazione posteriore, ormai non più al passo con i tempi, viene sostituita dal nuovo modello “D” a trazione anteriore. 

Oggi la Kadett GT/E stradale è un “oggetto” raro; pochi gli esemplari prodotti, molti dei quali trasformati per suo agonistico, hanno terminato la loro vita lungo i bordi di qualche prova speciale, vittima più di incidenti che di guasti meccanici. Quella che i francesi definiscono la peste bruna, ovvero la ruggine, si è poi letteralmente divorata i sopravvissuti. 

Citazioni da:
Quattroruote, mensile gennaio 1976, Editoriale Domus, Milano.
Foto da: classics.honestjohn.co.uk; http://www.history-of-cars.com

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