BB Auto Rainer Buchmann, sotto il segno dell'arcobaleno - Parte 1


Nel 2014 torna alla ribalta il "tuner" tedesco Rainer Buchmann, noto tra gli anni '70 e la metà degli anni '80 per aver proposto elaborazioni molto particolari su automobili di prevalente produzione tedesca. Testate come Gente Motori, Autosprint ed Auto Capital hanno dedicato all'epoca ampi spazi al costruttore tedesco, rendendolo ben noto anche nel nostro Paese. Indimenticabile poi la collaborazione con Auto Capital, sfociata con la realizzazione dell'Alfasud Sprint presentata al salone di Torino nel 1982, della quale mi occuperò in futuro con un articolo dedicato. Ripercorriamo la storia della BB Auto Executive Service ma al contrario, cioè partendo dalla sua ultima realizzazione per poi catapultarci nel 1973. 

Moonracer, un nuovo inizio.
L'ultimo modello viene presentato il 21 settembre 2014 a Francoforte ed è realizzato secondo una ricetta ben nota presso l'atelier di Buchmann, oserei dire una sorta di ritorno alle origini: una Porsche 911 Targa aspirata della serie G degli anni '80 in circa 18 mesi di lavoro viene trasformata in turbo, il tutto condito da vari gadget elettronici per migliorare la vita di bordo. Lo stesso costruttore afferma "l'anima di questa Porsche è rimanere inalterata". La peculiarità di questa trasformazione è quindi quella di offrire una guida "d'antan" abbinata al comfort odierno. La "Moonracer", così si chiama la nuova proposta della firma tedesca, nel nome si ispira al titolo del film della serie di 007 "Moonraker", uscito nelle sale nel 1979. La connotazione estetica di carrozzeria è quella tipica delle 930 Turbo 3.3, quindi con parafanghi allargati ed alettone a "coda di balena"; la potenza è di 330 CV. La livrea bianca è data da una particolare vernice pigmentata con ossidi di allumino e titanio che conferisce un forte effetto metallizzato ed è conosciuta come "xirallic”; è completata da strisce argentate che riprendono la grafica del celebre decoro "arcobaleno" tipico della 911 "Polaroid", così chiamata per essere stata esposta a fine anni '70 negli stand della Casa produttrice di materiale fotografico. Sulla "Moonracer" Il tetto è asportabile in vetro. All'interno buona parte delle plastiche, soprattutto sui panelli delle portiere, sono sostituite da nuovi elementi in allumino, guadagnandone quindi sia dal punto di vista estetico che per la riduzione di peso, mentre i rivestimenti in pelle sono giocati sui toni del grigio; sulla consolle centrale troviamo un Ipad mini integrato da bluetooth ed impianto stereo da 400 W. Il costo della trasformazione dovrebbe aggirarsi tra i 300.000 ed i 380.000 euro, anche se il costruttore stesso afferma che ci sono molte incognite sulla definizione di un prezzo esatto. E' previsto che non vengano realizzati più di 10 esemplari, anche se al momento la Moonracer è rimasta una "one off".




BB Auto Exclusive Service, la nascita e le Porsche 911 Turbo Targa
Buchmann non è un un semplice "tuner"; nel 1982, in occasione del lancio dell'Alfasud Sprint realizzata per la rivista milanese, Auto Capital accosta il suo nome a quello di grandi carrozzieri italiani come i Pinifarina ed i Bertone delle origini, che passati ad una realtà industriale hanno perso la loro identità di attenzione verso il cliente ed esclusività del prodotto. Il redattore vede quindi nella firma tedesca una sorta di "erede" di questa tradizione, per il grande impegno riservato ai dettagli, alle finiture, al design ed all'innovazione. Gli inizi sono da far risalire alla fine del 1973, in piena crisi petrolifera, anno in cui i fratelli Rainer e Dieter Buchmann fondano la BB, conosciuta anche con i nomi di BB Auto Exclusive Service e BB Auto Frankfurt. L'attività è finanziata con 50.000 marchi tedeschi, provenienti da un indennizzo di un incidente stradale nel quale è incappato Rainer Buchmann stesso, durante il "test drive" di una Porsche di un cliente; l'attività precedente a quella di preparatore è di acquisto e vendita di vetture della "cavallina" di Stoccarda. La Firma di Sandweg inizia come officina specializzata nella riparazione di Porsche ed organizza eventi per i clienti sui principali circuiti automobilistici tedeschi ed austriaci. Già, ma chi sono i primi clienti? Oltre agli amici dei titolari sono appassionati del marchio, che non disdegnano di fare sgranchire le ruote in pista; molti sono iscritti a Porsche club, buona parte di loro sono ufficiali dell'esercito statunitense di stanza in Germania, non solo di grado alto ma anche reduci dal Vietnam, che una volta rientrati in Europa hanno potuto permettersi l'acquisto di una 911 o di una 914, magari usata. L'officina diventa quindi presto una sorta di "santuario" meta di "pellegrinaggi" di appassionati Porsche. Certo, l'attività di una semplice officina come tante va stretta a Rainer Buchmann, la cui filosofia è: "Alla BB noi volevamo di più: creare qualcosa di unico, automobili di cui la gente avrebbe parlato e scritto"; in effetti direi che l'obiettivo è stato raggiunto, dopo più di quarant'anni sto scrivendone ancora. L'occasione di creare qualcosa di unico arriva con la declinazione in turbo della 911 Targa, realizzata circa un decennio prima della versione ufficiale, un vero cavallo di battaglia per la Firma tedesca. Siamo ormai nel 1976, anno in cui sulla base di una di queste 911 aperte e sovralimentate vede la luce la celebre "Polaroid" o "Rainbow", che dir si voglia. La vettura, vera star sulle riviste di settore, oltre che essere esposta in varie occasioni dal produttore di materiale ottico, compare nella pellicola "Car Napping, bestellt, geklaut, geliefert" del 1980 assieme a parecchie “supercar” ed altre realizzazioni di BB, tra cui la CW 311 che tratterò  nella prossima puntata. Il tema delle strisce multicolore arcobaleno fa da filo conduttore per la produzione della BB, almeno nei primi anni. Viene riproposto sul rivestimento della fascia centrale dei sedili, sui tappettini o come nel caso di alcune 911 Turbo coupé e Targa su poco invasivi adesivi sui cofani anteriore e posteriore. Simbolo peraltro fortunato l'arcobaleno, che per i nativi americani simboleggia un'esistenza di successo. 

Vediamo brevemente come Auto capital sul numero 2 del 1981 descrive il primo impatto con l'atelier tedesco: "L'ingresso assomiglia a quello asettico e modernissimo di una clinica svizzera. Il personale sembra uscito pari pari da un film americano sulla vita di un miliardario: segretarie che indossano tute Daniel Hechter all'ultima moda, con la zip abbassata poco sopra il seno, funzionari con completi di Armani, tecnici con camice bianco e camicia con i bottoncini, operai con tute blu immacolate, senza un grammo di grasso..." "Di tutta questa messa in scena, oggi, forse Buchmann non ne avrebbe neppure bisogno: i più bei nomi dell'alta società europea e americana fanno la fila per vestire le proprie macchine da lui e per vedere applicato, a piccoli caratteri stilizzati, la sigla che oggi ha più fascino tra i maniaci delle belle macchine: BB"

Prosegue: Parte 2 Parte 3

Riferimenti: 
  • Auto Sprint, "La stella solitaria" 19-26 giugno 1979
  • Gente Motori, "La super Mercedes che non si può comprare", marzo 1979, Rusconi editore
  • Epoca - Speciale Auto "L'auto del futuro vedrà il dominio del computer", 19 aprile 1980
  • Auto Capital, "Pazzi per BB" n.2 1981, Editoriale del Corriere della Sera
  • Motor Italia, "Le top wagen BB", Motor Italia marzo 1984
  • Classic Dream Cars, Magna Books, 1988 Leicester. Lingua inglese
  • BB - Rainer Buchmann: Innovation - Design - Emotion, Gerold Lingau, 2016 Hell Verlag GmbH. Lingua inglese
Si ringrazia Rainer Buchmann BB Auto Frankfurt per la cortese collaborazione e per aver concesso l'uso delle foto


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