Porsche 911 turbo Bubble Car, slant-nose all’ italiana

Nel corso degli anni ‘80 un vero e proprio “must” tra i tuner consiste nell'eseguire un pesante lifting al frontale della Porsche 911, in modo da abbassarne parafanghi e fanaleria. Oggi quasi nessuno penserebbe ad un intervento così radicale alla “faccia” di un monumento a quattro ruote qual’è quella generazione di “cavalline”. Con gli occhi del tempo il cofano basso, costretto da due parafanghi alti e da proiettori abbastanza verticali è visto come superato; il top in fatto di aerodinamica e modernità è considerato il frontale basso ed slanciato della sorella da corsa 935, che da fine anni ‘70 miete successi sulle piste del globo.
I vari tuner si adoperano quindi per rendere più filante la sezione anteriore della 911, ognuno seguendo la propria strada per… “piallare” parafanghi e fanaleria. Se DP Motorsport realizza vere e proprie copie della 935 atte all’uso stradale, Buchmann su alcune sue realizzazioni trapianta degli elementi della 928, Strosek invece ingloba grossi fari rettangolari nello spoiler anterioriore. Qualsiasi modifica è valida quindi negli anni ‘80 alla ricerca della modernità. La stessa Casa madre rende disponibile a partire dal 1981 l’opzione slant-nose per rendere la 911 simile alla 935, ufficializzata poi come serie speciale nel 1987-88 sotto il codice M506.

In questo panorama Bubble Car, azienda di Corsico (MI) specializzata in kit estetici sportivi di sapore teutonico per vetture di larga diffusione, nel corso del 1986 lancia la propria interpretazione dello slant-nose per la 911 turbo. Gente Motori su un numero dello stesso anno titola “911 turbo: anche la regina può scegliere un istituto di bellezza.” A differenza di quanto fanno i tuner germanici la vettura non è consegnata completa secondo le specifiche del cliente, Bubble Car mantiene la tradizione della “scatola di montaggio” solamente per il maquillage di carrozzeria da far montare dal carrozziere di fiducia, che riguarda in particolare l’anteriore. Non sono previste elaborazioni meccaniche ed agli interni, nonostante il prodotto fosse destinato più che altro alla clientela tedesca. 

Sempre Gente Motori scrive “il kit comprende i seguenti elementi: una coppia di parafanghi di nuovo profilo, con grigliatura nella parte superiore e fari a scomparsa con comando elettrico; uno spoiler anteriore nel quale sono ricavati la presa d’aria per il radiatore dell’olio e gli alloggiamenti per i fari fendinebbia; una coppia di bandelle sottoporta; la grembialatura da applicare sotto il parafango posteriore; la minuteria, i cablaggi e tutte le istruzioni necessarie per il montaggio. Il prezzo di questo kit è di 2.930.000 lire IVA compresa”. Il costo di montaggio e verniciatura, fatto da un buon carrozziere, è stimato in circa 2.000.000 di lire. Secondo il produttore i pezzi sono adatti anche alle 911 aspirate, a patto di montare una coppia di parafanghi posteriori allargati della turbo, che l’azienda di Corsico non fornisce con il proprio kit. Questi parafanghi sono indispensabili per raccordare le bandelle sottoporta e la grembialatura posteriore al resto della carrozzeria delle 911 “normali”. 
E’ possibile completare la conversione con i bei cerchi in lega della francese Remotec, che riprendono nel disegno i calssici BBS a nido d’ape e possono essere dotati di pneumatici Good Year Eagle, da 225/50-16 all’anteriore e da 245/45-16 al posteriore.

E’ molto difficile stabilire quanti di questi kit sono stati prodotti e quante automobili siano poi state effettivamente completate; Bubble Car, nonostante fosse parecchio in voga negli anni ‘80, ha cessato la propria attività da qualche decennio, le rimanenze di magazzino, se non ricordo male, sono state rilevate da un altro produttore di kit sportivi: Lester. La trasformazione è poi basata sulla 911 turbo di serie senza alcun intervento ufficiale da parte della Casa, quindi le auto modificate si confondono con i numeri di telaio della produzione di Stoccarda. Probabile anche che visto l’elevato valore raggiunto dalle Turbo sul mercato collezionistico, alcuni esemplari siano stati riconvertiti a loro aspetto “naturale”, anche perché fino a pochi anni fa qualsiasi traccia di tuning era vista con sospetto da un possibile acquirente, facendone precipitare la valutazione dell’automobile in questione, soprattutto se il lavoro non era opera di “firme” importanti come in questo caso.
Sul web si trova traccia di due esemplari, quasi sicuramente fatti allestire dallo stesso produttore di Corsico per la propria attività promozionale. Sono un coupé argento, molto probabilmente lo stesso fotografato in bianco e nero da Gente Motori nel 1986, ed una Targa bianca.

Foto da: http://carshine.com.au

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