Aston Martin DBS e Dino 246 sul set di "Attenti a quei due"

La serie TV d’azione “The Persuaders”, intitolata in Italia “Attenti a quei due”, è caratterizzata da un format molto innovativo per l’epoca e dall'alto budget, mai un telefilm era costato così tanto prima.
Nel serial si alternano location da sogno, scelte tra la più belle d'Europa, che spaziano dalla ricca campagna inglese, all'Italia, passando per la Francia con un certa predilezione per un certo bon vivre tipico della cote d'eccelenza, vale a dire la Costa Azzurra. La serie, un'unica stagione di 24 episodi, viene trasmessa in Inghilterra nel corso del 1971, approdando nella programmazione RAI solo tre anni più tardi.


Notevole la presenza di due attori di un certo spessore. Roger Moore nei panni del nobile inglese Lord Brett Sinclair, con un passato da ex militare e pilota d’automobili, che testa il personaggio di 007 che rivestirà di lì a poco tempo; Tony Curtis, in una sorta di rilancio dopo i fasti degli anni '50 e '60, nel ruolo di Danny Wilde, newyorkese cresciuto nel Bronx e self made man arricchitosi come petroliere.
Anche il modo di vivere l'automobile dei due protagonisti ne rispecchia quindi le differenze. Sinclair possiede una raffinata Aston Martin DBS, scelta personalmente da Roger Moore perché secondo lui incarna lo spirito del nobiluomo inglese appassionato di guida veloce ma che ama anche un certo comfort. Wilde guida una Dino 246 GT, sicuramente più ruspante come esperienza di guida, anche per la posizione centrale posteriore del motore. 
Entrambe le vetture sono ben visibili fin dai primi minuti dell’episodio d’apertura della serie, dal titolo originale di "Overture", in italiano tradotto in "E' stato un piacere conoscerti e picchiarti", dove i due protagonisti si sfidano nella celebre corsa dall'aeroporto di Nizza all’Hotel de Paris di Montecarlo. Di questa celebre corsa ci sarà un'esplicita citazione in Goldeneye, dove Brosnan riveste per la prima volta i panni di 007 e con la sua Aston Martin DB5 sfifda Xenia a bordo di una Ferrari 355 GTS sulle strade sopra il principato di Monaco

L’Aston Martin di Sincalir ha il numero di telaio DBS/5636/R ed è fornita direttamente dalla casa, che, contrariamente all'epoca di Goldifinger avendo visto il ritorno d'immagine dei film di James Bond, è ben lieta di collaborare con la produzione della serie TV, tanto da spedire sul set anche un meccanico per seguire l'auto. Monta il motore 6 cilindri a V di 3.996 per circa 220 km/h di velocità di punta; è di colore Bahama yellow con interni in pelle nera. La DBS è opportunamente modificata direttamente in fabbrica per renderla del tutto analoga, almeno dal punto di vista estetico, alla versione con motore ad 8 cilindri di maggiore cubatura, presentata pochi mesi prima. Vengono quindi montati i cerchi in lega, i badge con le diciture V8 ed i terminali di scarico della sorella maggiore. Questa scelta è dovuta al fatto che l’Aston Martin vuole il maggior ritorno pubblicitario possibile da “Attenti a quei due”, quindi Lord Sinclair deve guidare il nuovo modello; la produzione della V8 è però già tutta venduta a clienti paganti, non esseno quindi disponibili esemplari liberi per il serial si ricorre allo stratagemma di cui sopra, prendendo un esemplare completo del vecchio modello V6, nel raro colore giallo, e modificandolo. La DBS, allestita nella primavera del 1970, viene immatricolata con targa inglese PPP 6H; per lo show si usa una registrazione fittizia personalizzata BS 1, abbreviazione di Brett Sinclair, che riprende la tradizione della targa ST 1, vale a dire Saint 1, utilizzata sempre da Moore sulla Volvo P1800 della serie che lo rese celebre, “il Santo”. L'immatricolazione BS 1 è concessa in uso da Billy Smart, impresario nel mondo del circo, che all’epoca ne deteneva la proprietà e la utilizzava sulla propria Rolls. Occasionalmente in alcune puntate ci viene mostrata una
compresenza di entrambe le immatricolazioni della DBS, la reale e la fittizia, particolarmente evidente nell'episodio "I Napoleoni d' oro", il secondo della serie, dove nelle scene alla dogana autostradale tra Italia e Francia la DBS viene più volte inquadrata frontalmente, sfoggiando la targa reale in primo piano. Al mattino, prima di iniziare le riprese, un incaricato della produzione avrebbe sempre dovuto coprire le targhe PPP 6H con le BS 1, evidentemente qualche volta non è accaduto. In mancanza degli strumenti digitali attuali e dell’impossibilità di girare nuovamente certe scene, in alcuni casi non è poi stato possibile correggere la svista. Per lo show la DBS ha percorso circa 5.000 miglia in giro per l'Europa ed è stata restituita all’Aston Martin nel 1971, al termine delle riprese; è stata venduta nel corso dello stesso anno al primo cliente privato dalla concessionaria H.R. Owen di Londra. Dopo 24 anni e 75.000 miglia percorse nel 1995 è rientrata in fabbrica in cattive condizioni per un restauro completo, durato due anni, che l’ha riportata all’aspetto che aveva ai tempi del telefilm. L’interno del coperchio del bagagliaio è stato autografato da entrambi i protagonisti di “Attenti a quei due”: Moore l’ha firmato nel 2002 e Curtis nel 2008. Nel 2013 è stata una delle sole cinque Aston Martin invitate al concorso d’eleganza di Villa d’Este a Como, una delle maggiori manifestazioni del settore dell’automobilismo storico. Nel maggio del 2014 è stata venduta ad un’asta di Bonhams alla cifra record, per una DBS, di 533.500 sterline.

La Dino 246 GT di Wilde ha una storia un po’ più nebulosa. Per anni s’è ritenuto che fosse stata prestata direttamente dalla Ferrari, della quale costituiva una sorta di entry level della gamma di inizio anni '70, alla produzione. Si riteneva addirittura che per la serie TV fossero stati utilizzati due esemplari differenti. Solo nel 2002 Marcel Massini, uno dei massimi storici di automobili del Cavallino, è riuscito a far chiarezza sull’argomento. La Dino ha numero di telaio 00810 ed è consegnata il 27 maggio 1970 al suo primo proprietario, Giovanni Cavedoni di Sassuolo (MO), che la paga Lit. 3.750.000; viene immatricolata con targa MO 221400, la stessa che vedremo poi sul piccolo schermo, ed è l’esemplare numero 405 di oltre 3.500 prodotti. Si tratta di una serie L costruita tra il 1969 ed il 1970, caratterizzata dai cerchi fissati con i gallettoni centrali, non dai canonici bulloni come sulle 246 successive. Gli esemplari prodotti della serie L della Dino 246 GT sono solamente 357. 
La piccola del Cavallino viene guidata da Modena a Nizza da Johnny Goodman, un incaricato della produzione del telefilm, per l’inizio delle riprese in Costa Azzurra. Nel 1971 viene restituita al suo proprietario, che la tiene fino al 1977, anno in cui viene venduta a Lit. 2.000.000 e sbarca a Trieste. Nel 1979 un nuovo passaggio di proprietà, che porta la Dino a Napoli nelle mani di Felice Pirozzi, che la paga ben Lit 7.000.000. Da quel momento se ne perdono le tracce.
La Dino di Wilde dai tempi del telefilm non è stata più vista in pubblico con la targa originale, persa molto probabilmente nei vari passaggi di proprietà; all'epoca il cambio di provincia dell'intestatario imponeva anche una nuova targa. La vettura dovrebbe essere tutt’ora in Italia, anche se anni fa si sparse la voce che molto probabilmente era andata distrutta in un incidente. 
Vista la tendenza attuale delle quotazioni delle vetture del Cavallino, dovesse rispuntare l'automobile di "Attenti a quei due" ad una qualche asta, molto probabilmente farebbe segnare un nuovo record per la vendita all'incanto di quel modello.  

Un'ultima nota curiosa riguarda il fatto che Wilde in un paio di occasioni ha guidato la DBS di Sinclair, mentre quest'ultimo non ha mai preso in mano il volante della Dino dell'amico americano, pur essendo stato ospitato a volte come passeggero.

foto da: www.classicdriver.com
             http://www.imcdb.org

Commenti

  1. Sempre molto preciso nella storia delle vetture. Ottimo

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  2. Che bei ricordi : trasmettevano il telefilm la domenica pomeriggio e lo guardavo sempre dopo i compiti! Curiosa la storia della targa della DB: penso che nessuno all'epoca se ne sia mai accorto ��

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  3. Bei ricordi! Articolo molto interessante e coinvolgente. Bellissimo

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  4. In effetti è stata un'icona degli anni settanta molto seguita specie pernle roccambolesce avventure ed il lusso della costa azzurra ed altro, da me molto amata specie.per l'eleganza di roger moore e l'arroganza di tony curtis americano tipo e spaccone, molto simpatici ed apprezzati, un'accoppiata eccellente, per l'epoca un vero divertimento.

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  5. Sarebbe davvero interessante ritrovarla, credo che prima o pio risponderà da qualche parte

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